Quel giorno la popolazione Loknariana per un istante si fermò a guardare, con curiosità e stupore, l'apparizione di un nutrito gruppo di pittoreschi aborigeni che con naturalezza attraversava il loro villaggio.
I Qwaylar vennero presto ricevuti dalle autorità in quel momento presenti ed ebbero quindi modo di raccontare tutto sul conto dei Cultisti e mostrare un uovo di Ibrido Ophidiano. I Loknariani non credettero subito alle loro parole e prima di cacciare questi cultisti vollero delle prove più concrete. Tuttavia decisero di effettuare immediatamente delle ricerche per accertarsi della versione dei Qwaylar.
"Non sarà facile scovare ed eliminare i nidi" disse Mombata. "Questi sono protetti dai cultisti stessi e da potenti magie Ophidian che nascondono ogni cosa alla vista. Nel cercarli non fate affidamento alla sola vista. Animali dotati di ottimo fiuto, vi aiuteranno".
Benchè la prima notte di ricerche dei Loknariani non diede nessun frutto, il giorno seguente, l'aiuto dei Qwaylar e dello stesso Mombata, fu decisivo. Il vecchio sciamano riuscì a percepire una zona del bosco in cui "qualcosa non era come appariva" mentre i segugi dei loknariani gli indicarono il punto esatto quando, avvicinandosi alla invisibile barriera magica, iniziarono ad abbaiare nervosamente.
Dopo aver chiesto il silenzio dei presenti Mombata scese dalla sua cavalcatura e fece qualche passo in avanti. I presenti osservano con sguardo interrogativo lo sciamano mentre ora passava la mano sul tronco di un albero, ora raccoglieva sul terriccio umido o si fermava di tanto intanto ad ascoltare il vento.
Infine facendo appello a tutto il suo istinto a ad i suoi sensi riusci a trovare l'entrata. La mano di Mombata improvvisamente sparì fino al polso e l'aria si increspò tutto intorno come se l'avesse immersa in uno specchio d'acqua. Un apertura oblunga fu finalmente visibile a tutti.
Tutti si apprestarono a varcare il portale. In realtà varcandolo si trovano sempre nel medesimo luogo ma benchè ogni pietra si trovasse al suo posto e ogni pianta era la stessa pianta, in quel mondo di illusione, tutto sembrava "diverso". Il cielo buio inoltre era velato da un immensa volta semisferica appena visibile che rivelava la vera forma e dimensioni della barriera magica.
Una volta dentro fu facile individuare il nido. Un enorme e altissimo albero morto era protetto da un piccolo bivacco di Cultisti e il nero tronco presentava un grosso incavo alla sua base. Non appena i Cultisti di guardia avvistarono gli intrusi ingaggiraono lo scontro.
La battaglia fu incredibilmente caotica e sanguinosa. Le urla, il clangore delle armi e i lampi di luce dei sortilegi spezzarono la tranquillità il silenzio ovattato di quel luogo. Gli stregoni dei Cultisti conoscevano la potente magia Ophidian addirittura perfezionata dagli studi umani e i loro tirapiedi possedevano armi ricoperte di un veleno letale. Molte furono le perdite causate anche dal disorientamento che quel mondo illusorio sembrava provocare ai suoi ospiti, ma alla fine i cultisti ebbero la peggio. L'albero come prevedibile conteneva al suo interno le uova degli Ibridi, che furono prontamente distrutte insieme al povero albero corrotto e ucciso dalla magia. Tuttavia alcune larve erano già nate, questo ricordò a tutti che il tempo stringeva più che mai.
Una volta usciti dalla barriera, Mombata ringraziò tutti per aver combattuto uniti e esortò a tornare ognuno nelle proprie case per riposare. Questo era solo l'inizio. Loknar infatti, per il momento, era salva e i cultisti scacciati. Ma se un solo nido fosse sopravvissuto sarebbero stati problemi per tutti. Colse l'occasione per raccontare inoltre la vicenda di Kokaroti e la sua decisione. Mombata li mise in guardia invitandoli a rimanere pronti a combattere di nuovo e Loknar diede la sua disponibilità.
Mombata per quella notte rimase nel bosco in attesa che la magia svanisse e che tutto tornasse a posto ma il giorno seguente sarebbe di nuovo partito in viaggio alla volta di Tremec.
(...continua...)
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