I Licantropi - Terza Parte
Scritto da : Staff in data : 10/02/2006 21:24:19

LA MALEDIZIONE DELLA GIUNGLA: GLI UOMINI BESTIA Il giorno seguente la distruzione del nido a Loknar, Mombata tornò al villaggio Qwaylar per portare con se un giovane della tribù che lo avrebbe accompagnato nel prossimo viaggio verso Tremec. Tutti gli altri rimasero al villaggio per proteggerlo dai cultisti, nel caso avessero fallito. I due selvaggi attraversarono quindi il deserto e raggiunsero la grande Oasi. Quando il Sultano sentì parlare dei Cultisti dai due Qwaylar acconsentì subito a riceverli. Mombata raccontò tutto sui piani dei Cultisti e sui nidi Ophidian. Aggiunse inoltre che il nido di Tremec sicuramente sarebbe stato quello meglio protetto e che Tremec da sola non sarebbe riusciti a distruggerlo; per questo Loknar aveva già dato la sua disponibilità per dare manforte. Il Sultano però escluse ogni possibilità di chiedere aiuto a qualcuno. Se Akkron aveva riservato quella sorte a Tremec e i suoi abitanti era pronto ad accettare la morte. Benchè i due Qwaylar non potevano credere alle parole del Sultano furono costretti ad accettarle. I due Qwaylar si ritirarono per dare il tempo al Sultano di organizzare le sue truppe. Le ricerce comincirono e il deserto circostante cominciò ad essere rastrellato.

"Ika, figliolo" disse ad un certo punto Mombata ad Ika Ika Lumumba, il giovane Qwaylar suo accompagnatore. "Ho per te un compito di vitale importanza. Siamo troppo pochi per affrontare i Cultisti e tutto l'esercito Ophidiano insieme. Devi correre verso Loknar e chiedi loro l'aiuto che ci avevano promesso. Ma fallo a nome dei Qwaylar, sperando che almeno così il Sultano consideri il suo orgoglio intatto. Ora va, presto! Le sorti della nostra giungla dipendono anche da te!". E così si separarono.
Dopo lunghe ricerce finalmente i tremecciani trovarono alcune piste. Numerose impronte umane e di lama si concentravano al ridosso dei monti, nei pressi proprio della piramide Ophidian. Sicuramente il nido si nascondeva fra le rocce. A conferma di ciò, due Cultisti che probabilmente erano a guardia dell'entrata, imprudentemente uscirono allo scoperto apparendo praticamente dal nulla. Per loro sfortuna però si ritrovarono davanti l'intero esercito di tremec, e perirono prima ancora di poter volgere le spalle per fuggire.



Mombata si avvicinò alla parete rocciosa e, dopo aver meditato qualche istante, raccolse una grossa manciata di sabbia. Lo sciamano soffiò con vigore la sabbia dinanzi a se e l'entrata lentamente apparì, proprio come il vento del deserto di sovente scopre antiche rocce di un epoca passata. Sotto gli occhi increduli dei presenti Mombata annunciò che dentro quella grotta avrebbero trovato il nido Ophidian. All'interno dell'ampia grotta infatti c'era ad aspettarli non solo una vasta schiera di Cultisti ben armati, ma anche un gigantesco Ophidian dalle scaglie d'orate all'interno del nido ormai ricolmo di piccole larve. Lo scontro fu tremendo e i Tremecciani caddero uno dopo l'altro sotto i colpi delle magie dei cultisti o sommersi da enormi serperti velenosi.
Quando tutto sembrava ormai perduto, finalmente i Loknariani irruppero nella grotta con le armi spiegate. Solo con numerose perdite umane si riuscì a sconfiggere i guardiani del nido. I presenti inoltre ebbero un assaggio della forza di quella razza ibrida creata magicamente. Benchè fosse poco più di un cucciolo e solo, aveva la forza di dieci guerrieri Ophidian e fu il nemico più ostico da abbattere. Ciò lasciò immaginare cosa avrebbe potuto fare un intero esercito composto da quelle creature adulte e ben addestrate. Non si ebbe il tempo di cantar vittoria, che urla di allarme e di morte provenienti dall'esterno, echeggirono nella grotta. sembrava che l'intera popolazione Ophidian infatti, si fosse riversata in quel momento fuori la piramide, in aiuto dei Cultisti. Un immenso polverone si sollevò in tutta la zona e ai precedenti si aggiunsero nuovi caduti. Alla fine però anche quest'ultima minaccia venne eliminata.

Quando tornò la calma e i superstiti si furono riuniti, Mombata scuro in volto, parlò ancora. "Come avete visto molte delle uova si sono già schiuse, questo ci fa pensare che per la nostra giungla ormai sia troppo tardi... ma è dovere di noi Qwaylar difenderla fino alla fine...".
"siamo con voi!". La frase fu interrota già dai primi Loknariani che si offrivano di accompagnarli. Anche il sultano, seppur dichiarandosi restio, offrì il suo aiuto. Fu così che l'intero gruppo cavalcò verso la giungla veloce come il vento.



All'imbocco della giungla, mentre tremecciani e loknariani si riunivano di nuovo prima di avventuarsi nella fitta vegetazione, ad un certo punto si udirono dei lamenti di un vecchio. Uno sciamano Qwaylar emerse dall'ombra della giungla, ferito e zoppicante. Dopo pochi metri stramazzò a terra esausto. Mombata riconoscendo lo sciamano di Kokaroti lo soccorse subito, mentre tutti i presenti si avvicinarono incuriositi.


"Svetlana cosa è successo ?" chiese Mombata già presagendo il peggio.
"Le serpi.. ci hanno attaccato.. nessuno è scampato... nemmeno le serpi stesse.." rancolò con fatica il vecchio sciamano "tutta la tribù.. è stata maledetta, tutti sono mutati.. bestie terribili, dalle fattezze umane!!". A quelle parole fra i presenti si sollevarono mormorii increduli.
"Mombata avevi ragione..." continuò lo sciamano "il grande spirito ci ha punito.. ha maledetto tutta la nostra tribù!". E così, aggrappato alle vesti di Mombata, lo sciamano esalò l'ultimo respiro.


Ma a quel punto Mombata aveva già capito; così parlò a tutti. "Il Grande Spirito ha punito la tribù di Kokaroti per non aver combattuto, per non aver seguito il loroistinto, per non aver onorato il loro dovere di Qwaylar, così al contrario sono stati costretti a combattere loro malgrado, assecondando i loro i stinti più animaleschi e primitivi..". Si voltò un attimo a contemplare la giungla dietro di loro. "Ora non c'è più da preoccuparsi.. sento che ormai la giungla è calma, una calma innaturale. Con la stessa maledizione il Grande Spirito ha ripulito la giugla dagli invasori e riportato l'equilibrio. Non so che fine possano aver fatto quelle creature... ma ciò che è certo è che questo capitolo si conclude qui oggi. Ricordate la sorte di quella tribù, che vi sia da monito. Qualunque sia il vostro credo, queste terre selvagge vive e sono la nostra casa, ed è nostro dovere proteggerla assieme, come essa ospita noi. Ora scusateci... ora dobbiamo tornare al nostro villaggio, le genti della nostra tribù ci aspettano...". E così dicendo i due qwaylar, dopo aver raccolto il corpo del vecchio sciamano e aver salutato i presenti, sparirono di nuovo nella giungla così come erano apparsi.

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